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Prelati monferrini di Aldo Timossi (58) i

Stanislao Federico Callori di Vignale

Famiglia originaria di Asti, dove un Gualfredo fu console nel 1161 e consiglieri nel 1190 Rolando ed Obertino e nel 1217 Oggero. Questi i Callori, trasferiti a Casale, investiti del feudo di Vignale per effetto del matrimonio di Giovanni Maria Callori con Caterina de Insula (Isola) dei consignori di Vignale, il 21 dicembre 1536. Da questa plurisecolare famiglia patrizia, nasce a Vignale il 15 dicembre 1890 il piccolo Stanislao Federico (stesso nome del nonno paterno), settimo di dieci figli del conte Ranieri Massimiliano e della contessa Emanuela Beccaria Incisa.

Compie i primi studi sacerdotali presso l’Istituto Sociale dei Gesuiti di Torino, recandosi poi a Roma per frequentare il Collegio Capranica, quindi la Pontificia Accademia Ecclesiastica per gli studi di Teologia e Diritto Canonico, nonché la specializzazione presso la Pontificia Accademia dei Nobili Ecclesiastici. E’ ordinato presbitero il 16 dicembre 1917. Il 6 luglio 1919 riceve dalla Segreteria di Stato vaticana la notizia che Papa Benedetto XV lo ha nominato suo Cameriere segreto partecipante, in sostanza membro della Famiglia pontificia, incaricato del servizio personale del Pontefice. Tale dignità è confermata con Pio XI - accanto al cui letto di morte sarà presente, all’alba del 10 gennaio 1939, e con lui anche il cardinale Eugenio Pacelli, futuro pontefice Pio XII - e dal maggio 1935 elevata a quella di Prelato domestico, il ristretto numero di privilegiati familiari e commensali del Papa, che partecipano alle solenni funzioni pontificie.

Canonico della basilica patriarcale vaticana il 3 giugno 1935 e Protonotario apostolico tre giorni dopo. Pio XII lo conferma Cameriere segreto partecipante il 3 marzo 1939. E’ Pro-Maestro di Camera della Corte Pontificia il 20 dicembre 1950. Come Praefectus cubiculi secreti celebra la Messa “pro infirmo” nelle ultime ore di vita di Pio XII il 9 ottobre 1958. Gubernator Conclavis che porta all’elezione di Giovanni XXIII, del quale diventa Maggiordomo dal 29 ottobre 1958; una recente pubblicazione scrive della possibile promozione a vescovo o addirittura cardinale, ma “ci sono ancora tanti anziani in attesa” avrebbe detto il Papa, e Callori, ormai settantaduenne lo avrebbe rassicurato: “Non si preoccupi Santità, nella Chiesa si è giovani anche a cent’anni, soprattutto poi nel Sacro Collegio”!

Governatore anche nel conclave 1963 dopo la morte di Giovanni XXIII; in tale dignità, il nome Callori appare sul retro della medaglia commemorativa della sede vacante.

Eletto arcivescovo titolare di Maiuca (Algeria) il 15 febbraio 1965 da Paolo VI, è consacrato il 21 febbraio seguente, nella basilica di San Pietro, dal cardinale Eugenio Tisserant, co-consacranti gli arcivescovi Diego Venini e Pericle Felici. Nello stemma, il motto “In tenebris tamen absque tenebris”, nell'oscurità ma senza oscurità, ripreso dal motto di Famiglia.

La notizia è accolta con grande soddisfazione nel Casalese, specie a Vignale Monferrato, dove lo vedono quasi ogni anno per le ferie di fine agosto/settembre, durante la quotidiana passeggiata lungo la piccola, ripida via dalla residenza nel castello al palazzotto del Portone dove abitano le sorelle. Il vescovo Giuseppe Angrisani si complimenta: “Notizia vostra elevazione porpora, mentre premia vostra esemplare fedeltà servizio Romano Pontefice, dona letizia, lustro diocesi casalese. Devotissimi auguri e invocazione preziose preghiere”.

Passano appena 24 ore dalla consacrazione, e nel concistoro del 22 febbraio il Pontefice lo nomina cardinale, rammentando con parole affettuose la loro lunga amicizia: “Abbiamo servito insieme, su piani diversi e in forme differenti, la Santa Sede e i Sommi Pontefici, e sempre da buoni amici”, quindi ricorda che anche le rispettive mamme erano amiche. Gli è assegnato il titolo della diaconia di San Giovanni Bosco in via Tuscolana, in virtù del fatto che “gli avi furono tanto vicini a Don Bosco, per amicizia e munificenza”.

Il 1º gennaio 1971 perde il diritto di partecipare al conclave avendo superato gli ottant'anni. Dal marzo dello stesso anno diventa Protodiacono del Collegio cardinalizio, quale cardinale diacono nominato da più tempo: è il porporato cui compete annunciare al popolo l'elezione del nuovo papa pronunciando la formula "Habemus papam". Già in precarie condizioni di salute, sta però per chiudersi il suo cammino terreno. Il 10 agosto la Santa Sede annuncia: “E’ piamente spirato nella mattinata odierna il cardinale Federico Callori di Vignale. Addolorato alla notizia, Paolo VI esprime le proprie condoglianze” e ricorda “il servizio da lui prestato alla Sede Apostolica, ai nostri venerati predecessori ed a noi con generosa devozione, esemplare pietà e profondo senso del dovere”.

Le esequie, il 12 agosto nella Basilica vaticana, presiedute dal Segretario di Stato, cardinale Jean-Marie Villot. I funerali, “improntati alla semplicità”, il giorno seguente, a Vignale, celebrati dal vescovo di Casale, Carlo Cavalla. “Con lui scompare uno degli ultimi gran signori del Monferrato” ebbe a scrivere, in un lungo ricordo su “Il Monferrato” lo storico Fulvio Vitullo.

Riposa nel sepolcreto sotto la cappella di famiglia del castello di Vignale, in alto sul paese, con la semplice lapide “Stanislao Federico - cardinale-vescovo”; accanto alla sua ci sono le sepolture delle sorelle Maria Gertrude e Maria Carmela Luisa. In paese, nel settembre 2021 si tengono le celebrazioni in occasione del cinquantesimo della morte.

Una retrospettiva di documenti e immagini, curata dall’Associazione per Palazzo Callori, presieduta dal pronipote Gianfranco Callori, mette in luce la figura di un cardinale “descritto come austero e severo ma nondimeno affettuoso”.

aldo timossi -58-

FOTO. Card. Callori e Kennedy (1963)