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Prelati monferrini di Aldo Timossi

Luigi Bianco da Montemagno, arcivescovo, nunzio apostolico in Slovenia e delegato apostolico in Kosovo.
Montemagno, primavera 1960. Ubaldo Bianco e la moglie Giustina Cresta salgono la scenografica scalinata della chiesa dei santi Martino e Stefano.
Sono attesi dal parroco don Felice Gatti e dal vice don Severino Poletto (futuro cardinale) per il battesimo del loro piccolo Luigi, nato il giovedì 3 marzo. Educheranno quel figlio nella fede cristiana, invocando anche la protezione della Madonna che vigila dalla vicina chiesetta campestre del Valinò. Senza immaginare che quella creatura è destinata ad una carriera sacerdotale, al pari del concittadino Luigi Lasagna (1850-1895), vescovo salesiano, missionario nell’America Latina.
Trascorrono gli anni. La prima comunione, la cresima impartita dal vescovo Giuseppe Angrisani, la vocazione e gli studi in seminario, l’ordinazione sacerdotale in duomo a Casale, il 30 marzo 1985, domenica delle Palme, da parte del vescovo Carlo Cavalla. Incardinato nel clero diocesano casalese, per don Gatti sta per aprirsi la stagione romana, al servizio della Santa Sede. E’ tra i pochi allievi prescelti per frequentare la Pontificia Accademia Ecclesiastica, istituzione che cura la preparazione dei sacerdoti destinati al servizio diplomatico. Un privilegio, è il 1584° allievo dalla fondazione nel 1701. Con lui, altri nomi destinati a carriere di rilievo quali George Antonysamy (ora arcivescovo di Madras), Ramon Castro (vescovo a Cuernavaca), James Green destinato come nunzio apostolico in diversi Paesi dell’Africa e del Nord Europa, Wojciech Zaluski oggi nunzio in Malesia-Timor e delegato apostolico nel Brunei Darussalam.
Ultimato il quadriennio di studio e acquisita la laurea in diritto canonico, dal luglio 1989 i primi incarichi negli uffici della nunziatura (in sostanza l’ambasciata vaticana) in Italia, quindi le missioni all’estero, presso le nunziature in Egitto (1991-1994), Argentina (1994-1999), Croazia (1999-2002) Spagna ed Andorra (2002-2009). Il 12 gennaio 2009 papa Benedetto XVI lo nomina nunzio apostolico in Honduras; in tale veste è decano del corpo diplomatico. E’ l’inizio del cammino come vescovo.
La consacrazione, il 25 aprile 2009 nel duomo di Casale. Presiede la solenne celebrazione il cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato della Santa Sede, assistito dai vescovi Alceste Catella e Luciano Pacomio. Bertone gli consegna l’anello episcopale “dono del Santo Padre, che gli ricorderà ogni giorno il dovere di fedeltà alla Chiesa di Cristo, e sarà come rinnovare il dono di se stesso al Signore Gesù e alla sua santa Chiesa, che ogni vescovo è chiamato a servire con amore sponsale”. Il giorno successivo, alle 11, la prima Messa a Montemagno. Dopo la funzione la discesa con la madre Giustina verso la casa natale di via Rinetti con saluti affettuosi ai compaesani e l’invito ai cronisti di visitare il santuario del Valinò, cui è sempre molto legato, passando per la stradina intitolata al vescovo Lasagna
L’elevazione al vescovado porta con sé l’assegnazione a una sede. A monsignor Bianco è assegnata, con dignità di arcivescovo, quella di Falerone, in provincia di Fermo, la romana “Falerio Picenus”, creata alla fine del quarto secolo, passata duecento anni dopo sotto la giurisdizione dei vescovi di Fermo, rinata nel 1969. Sede “titolare”, chi la occupa non ha giurisdizione sul territorio (a differenza del vescovo “residenziale”), ma è impegnato in altri incarichi di alto livello. A Falerone, ingresso sabato 19 giugno 2010, in occasione dei festeggiamenti in onore di S. Giovanni Battista. Accolto dalle autorità locali, esprime la propria emozione e la gioia di essere presente nella pur piccola comunità (poco più di 3000 abitanti), assicurando che l’impegno in una terra tanto lontana non gli farà dimenticare chi lo aspetta presto nella “sua” Falerone.
Arriva in terra honduregna in un momento molto difficile. Dopo decenni contrassegnati da colpi di stato e contrasti tra militari e civili, il Paese - uno dei meno sviluppati e industrializzati dell'America centrale - sta salendo la difficile via della democrazia. A fine giugno 2009 il presidente Manuel Zelaya Rosales è stato deposto ed espulso con un provvedimento della Corte costituzionale e i poteri presidenziali conferiti provvisoriamente dal Congresso al proprio presidente, Roberto Micheletti, “el italiano” in quanto figlio di immigrati dalla bergamasca. Pare che Zelaya voglia tentare il rientro con la forza. La Chiesa, anche in controcorrente rispetto alla comunità internazionale, non parla di golpe (in effetti il presidente deposto avrebbe brigato per una rielezione, in violazione del dettato costituzionale che non la prevedeva) invita al dialogo; monsignor Bianco dalla Nunziatura segue la situazione “con attenta partecipazione e fervida preghiera, nella speranza che, con la responsabilità e l’aiuto di tutti, si giunga a una pacifica soluzione nell'interesse del bene comune del popolo honduregno”.
Nel 2014 è tempo di cambiare continente. Il 12 luglio, Papa Francesco lo nomina quale nunzio in Etiopia, sede ad Addis Abeba. Per prassi da tempo, tale incarico porta con sé anche quelli di nunzio a Gibuti e delegato apostolico in Somalia, nomine che per l’arcivescovo Bianco si formalizzano il successivo 10 settembre. E’ il caso di chiarire quale sia la funzione del nunzio presso la chiesa locale, accanto al ruolo laico di ambasciatore presso il Paese ove è nominato. Suo compito è quello di informare la Santa Sede riguardo la situazione della Chiesa, assistere e incoraggiare i vescovi nella loro missione, difendere e promuovere la libertà della Chiesa e la libertà religiosa in generale, cooperare nell’ecumenismo e nel dialogo interreligioso. Allo stesso tempo, gli spetta di istruire il processo di informazioni per la nomina di nuovi vescovi.
L’impegno e la vivacità d’azione di Bianco evidentemente sono ben apprezzati in Vaticano (aldilà della sensazione di persona dimessa, quale si potrebbe desumere da diverse immagini fotografiche, dove appare quasi in secondo piano, ma in realtà è l’atteggiamento di chi vive l’umiltà pur rivestendo un alto ruolo) tanto che il 13 ottobre dello stesso anno viene designato quale rappresentante speciale del Papa presso l’Unione Africana, organismo che comprende tutti gli Stati africani, qualcosa di simile all’Unione Europea.
Kampala, capitale dell’Uganda, è la nuova sede dell’arcivescovo monferrino, a partire dal 4 febbraio 2019. Un Paese che ha già visto la visita di ben tre Pontefici: Paolo VI nel 1969, Giovanni Paolo II nel 1993, Francesco nel 2015.
Nella primavera 2025, ancora un trasferimento, già deciso dal defunto pontefice Francesco e formalizzato il 20 maggio da Leone XIV: Nunzio Apostolico in Slovenia e Delegato Apostolico per il Kosovo. Entra in carica il 19 giugno, e gli piace ricordare il conterraneo arcivescovo Mario Cagna (V. Monferrato 25.3.2025), originario di Lu Monferrato, che per dieci anni (1966-1967) è stato rappresentante pontificio in Jugoslavia, di cui Slovenia e Kosovo facevano parte.
Pur da prelato missionario in terre lontane, monsignor Bianco non dimentica le origini. Più volte nel corso degli anni le cronache locali registrano la sua presenza in Monferrato, sia nel paese l’origine che in altre comunità. Nell’agosto 2017 è ad Asti per ricevere dal sindaco Maurizio Rasero il sigillo della città. L’estate di due anni dopo celebra a Moncestino, con il vescovo di Casale, Gianni Sacchi, l’arcivescovo callianese Angelo Accatino, nunzio apostolico in Bolivia (oggi in Tanzania) e il parroco canonico Davide Mussone. Per l’Assunta del 2024 è al santuario di Crea, con il vescovo Gianni Sacchi e il rettore monsignor Francesco Mancinelli.
aldo timossi
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