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Pansa, nuova edizione de Il Sangue dei vinti

Caso editoriale senza precedenti che Luca Telese, amico e allievo di Pansa, ricostruisce

A vent’anni dalla prima pubblicazione e centinaia di migliaia di copie vendute, torna dal 2 aprile in libreria in una nuova edizione per Rizzoli   "Il Sangue dei vinti, Quello che accadde in Italia dopo il 25 aprile", il bestseller del “Ciclo dei vinti” dello scrittore e giornalista casalese Giampaolo Pansa. Un caso editoriale senza precedenti che Luca Telese, amico e allievo di Pansa, ricostruisce in queste pagine, tanto attuali quanto il dibattito mai sopito sulla resa dei conti che seguì ai giorni della Liberazione

 

«Il sangue dei vinti ha rappresentato la prima presa d’atto collettiva che esistevano una serie di episodi che non erano stati mai portati al vaglio della coscienza nazionale. Pagine di storia oscurata o rimossa.» Sono parole di Ernesto Galli della Loggia, in un colloquio con Luca Telese per la prefazione a questo volume. A vent’anni dalla prima edizione, con centinaia di migliaia di copie vendute, Il sangue dei vinti continua a parlare a tutti gli italiani di memoria negata, delle pagine più oscure della Resistenza vittoriosa sui nazifascisti, della resa dei conti che seguì ai giorni della Liberazione. 

Lo scriveva lo stesso Pansa nell’avvertenza alla prima edizione: voleva «spalancare una porta rimasta sbarrata per quasi sessant’anni». Un risultato raggiunto, che ha innescato un lungo percorso autoriale, il «ciclo dei vinti» che restituisce dignità alle vittime e agli sconfitti della guerra civile. Un percorso, d’altra parte, che avrà esiti divisivi per la società italiana e che segnerà profondamente lo stesso Pansa, attaccato su più fronti, e molto tenacemente dalla «sua» sinistra, per la scelta «revisionista» di raccontare, senza tabù ma con accortezza storiografica, misfatti, vendette, eccidi, rappresaglie compiute dai partigiani. Un’avventura editoriale che, come scrive Telese, ha fatto di Giampaolo Pansa un «Achab all’inseguimento della balena bianca della guerra civile». E solo la sua morte, nel 2020, «ha schiodato dall’albero maestro il doblone d’oro che Giampaolo aveva piantato, a martellate, esattamente vent’anni prima. Usando come chiodo il libro che oggi avete tra le mani».

 

GIAMPAOLO PANSA, nato a Casale Monferrato (in largo Lanza, ndr) nel 1935, giornalista, inviato e editorialista dei principali quotidiani e settimanali italiani, ha pubblicato numerosi saggi e romanzi di grande successo, tra cui La grande bugia, I gendarmi della memoria, I tre inverni della paura, Il revisionista, I vinti non dimenticano. Tra gli ultimi pubblicati per Rizzoli, ricordiamo i volumi usciti postumi: L’Italia si è rotta, Il sangue degli italiani, Non è storia senza i vinti, Piombo e sangue. Ci ha lasciato il 12 gennaio 2020.

LUCA TELESE (Cagliari, 10 aprile 1970) è giornalista e si occupa di politica e cultura. Dal 2011 conduce In Onda su La7. Ha scritto tredici libri tra cui «il ciclo degli anni di piombo», la saga del Cagliari di Riva e il dittico sulla vita di Enrico Berlinguer (La scorta di Enrico, Opposizione). Il suo ultimo saggio sulle incredibili peripezie della sinistra italiana si intitola Tabula rasa. Ha conosciuto il leggendario binocolo Zeiss di Giampaolo Pansa (e il suo proprietario) quando era ancora un pivello, nella tribuna stampa di Montecitorio in un giorno del 1992, in cui fuori dalla Camera volavano insulti e pietre. Le prime parole di Giampa furono: «Chi è il quarto da sinistra che grida?». «Quale?» «Come quale? Terzo ordine dell’emiciclo destro, cravatta Regimental lenta e due bottoni della camicia slacciati!».