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Dondolino reduce della Grande guerra

Bidello alle elementari con la caraffa dell’inchiostro -Di Elio Gioanola

 

Dondolino perché nel camminare dondolava come una campana, a motivo di una ferita riportata sul fronte di Doberdò, subito al principio del ’15, quando da poco era cominciata l’offensiva del Piave, e ci furono subito un mucchio di morti.

Lui con la scusa della disgrazia, subito diventata una buona occasione, era stato curato e dichiarato inabile al combattimento, così che, una volta dato per guarito, aveva potuto tornare a casa in congedo permanente e ottenere di lì a poco il posto di bidello nelle scuole elementari del paese (San Salvatore, ndr).

Non so se fosse soltanto la ferita a farlo dondolare in quel modo, ma certo lui ci metteva del suo nel coltivare come un privilegio quell’andatura, che in fondo gli aveva reso molto più vantaggio che vero danno, con quel posto che gli assicurava un mensile sicuro e, in sovrappiù, una comoda abitazione nelle stanze a pian terreno dell’edificio scolastico, con tanto di riscaldamento nei mesi dell’inverno e un tranquillo soggiorno nella buona stagione, quando le lezioni erano finite e lui poteva sedere nel corridoio davanti al cortile e far andare il bastoncino che teneva sempre in mano con la scusa delle mosche (molti scolari ricordavano ancora il gusto di quella specie di staffile sulla pelle delle gambe).

Io ricordo bene Dondolino perché l’ho avuto, come custode e addetto alle pulizie, in tutti anni delle elementari, anche se non ho potuto usufruire delle facili staffilate che volentieri elargiva.

Entrava all’improvvido nelle aule, senza nemmeno chiedere il permesso, ritenendosi parte dell’ambiante, con la caraffa dell’inchiostro in una mano, panciuta e con un lungo becco da cui faceva scendere quel nerissimo atramento (“albo versorio teneba et negro semen seminaba”, si legge in uno dei primissimi documenti anticipatori della nostra lingua), senza mai sbagliare la mira e schizzarne  qualche goccia in luogo incongruo.

Si deve dire che la lunga permanenza nella sua carica e la memoria sempre coltivata dei meriti bellici acquisiti, gli avevano conferito l’autorità e le abilità che possono vantare solo i veri servi, tanto abituati ai loro servizi da farli sentire i veri padroni delle cose di cui si occupano.

ELIO GIOANOLA