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Il crocifisso del Duomo a Matelica

Mostra post terremoto

l.a.) - A metà maggio chi entrerà in Duono si troverà orfano del suo crocifisso... Come ci conferma Raffaella Rolfo, responsabile dei beni culturali diocesani “Su richiesta di Fulvio Cervini, che abbiamo accolta, il crocifisso partirà per Matelica, per partecipare come icona di grande pregio alla mostra ‘Milleduecento. Civiltà figurativa tra Umbria e Marche al tramonto del Romanico’. che sarà ospitata nel Museo Piersanti dal 1 giugno”.

Matelica è in provincia di Macerata e la  mostra rientra nel progetto post terremoto dal titolo Mostrare Le Marche

Giustamente il vescovo di Casale Gianni Sacchi ha messo in luce che il grande crocifisso del Duomo (due metri...) è un Cristo Risorto : “La risurrezione di Gesù è segno anticipatore della risurrezione che ci attende nel nostro pellegrinaggio terreno, ma è anche prefigurazione delle piccole o grandi risurrezioni che, con la luce e la forza che scaturiscono dal Risorto, siamo chiamati a realizzare nella vita di ogni giorno per il bene di tutti e di ciascuno. La progressiva rinascita dalle macerie del terremoto del 2016 - rinascita di strutture ma innanzitutto di cuori - è una di queste risurrezioni, e quindi i fedeli della Diocesi di Casale Monferrato sono ben lieti di concorrervi partecipando alla mostra”.

Da aggiungere che su esplicita richiesta del vescovo il crocifisso dovrà rientrare in Duomo a fine ottobre, per la festa del patrono Evasio.

Il Piersanti è un museo ecclesiastico  istituito nel 1901 ed è pertinente al Capitolo e alla Parrocchia della Cattedrale di Matelica. Ha sede nel palazzo Piersanti, dimora che appartenne all’omonima famiglia dal 1728. Destinato dagli ultimi discendenti a raccogliere le collezioni e le memorie di famiglia, in particolare quelle del mons. Venanzio Filippo Piersanti che tra il 1718 e il 1761 svolse a Roma l’incarico di Cerimoniere pontificio, il contenitore, unitamente al ricco contenuto di arredi e opere, venne donato alla Chiesa matelicese affinché lo conservasse a decoro della città. Ai suggestivi ambienti e alle pregevoli collezioni della casa-museo settecentesca, con in primo piano le suppellettili e gli argenti pertinenti al Tesoro della Sacra Cappella, si è aggiunto, dopo la fondazione, un nucleo di sculture e dipinti databili dal XII al XVIII secolo proveniente dalla Cattedrale e da chiese minori.