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Roberto Coaloa e l'attore italiano più amato dai francesi

Lino Ventura mercoledì 7 alle 19 al Castello

Al castello di Casale, mercoledì 7 novembre, alle ore 19, ecco un’attesa soirée dedicata a Lino Ventura, l'attore italiano più amato dai francesi. Insieme a Luigi Mantovani (Archivio Storico di Casale Monferrato), lo scrittore e storico Roberto Coaloa, professore all’università di Paris-IV Sorbonne, è ospite dell'Enoteca Regionale del Monferrato (cortile d'onore) per presentare il suo ultimo libro, “Ascesa e caduta di una stella. La vita e i film di Lino Ventura(La Lepre Edizioni, pagine 192, € 16,00), nell’ormai classico aperitivo letterario del castello, che si preannuncia una bella sorpresa, non solo per i cinefili. 

Tra i primi a recensire il volume (l’unico in Italia sul grande attore di Parma) è stato il giornalista e critico Pino Farinotti, autore di dizionari di cinema e docente di cinematografia, che ha osservato: «Roberto Coaloa, classe 1971, è autore attivo nell’ambito della Cultura, c maiuscola. Gli si deve un saggio, Guerra e rivoluzione su Tolstoj, una serie di testi dedicati al Risorgimento e alla Grande Guerra, è slavista, traduttore e critico letterario, specialista dell’Austria-Ungheria. Scenari seri, accademici nell’accezione migliore. Che un autore decida di esplorare altri registri, di cambiare categorie non è mai una cattiva notizia. Coaloa deve aver avuto una motivazione forte, e, dopo aver letto il libro, ti schieri dalla sua parte».

Lino Ventura ha girato film importanti: Touchez pas au grisbi (Grisbì) di Jacques Becker (1953), Ascenseur pour l’échafaud (Ascensore per l’inferno) di Louis Malle (1957), Classe tous risques (Asfalto che scotta) di Claude Sautet (1959), L’armée des ombres (L’armata degli eroi) di Jean-Pierre Melville (1969), Le clan des siciliens (Il clan dei siciliani) di Henri Verneuil, La bonne année (Una donna e una canaglia) di Claude Lelouch (1973), Cadaveri eccellenti di Francesco Rosi (1976), Garde à vue (Guardato a vista) di Claude Miller (1981), Cento giorni a Palermo di Giuseppe Ferrara (1984). 

Come attore, Ventura è stato assai originale. Ha rifiutato dei ruoli importanti, proposti da registi come Francis Ford Coppola e Steven Spielberg. È noto per non aver mai baciato sullo schermo le bellissime attrici con le quali ha lavorato, da Brigitte Bardot a Claudia Cardinale, da Lea Massari a Ingrid Thulin. Diceva di amare sua moglie, Odette. Punto e basta. Lo faceva anche per rispettare la sensibilità dei figli, Mylène, Laurent, Linda e Clelia. Recentemente la figlia più giovane, Clelia, ha notato questo aspetto di suo padre, affermando di essere grata verso questa rara delicatezza e apprezzando questo gran pudore di “Lino”. 

I film dell’attore sono entrati nella leggenda, come il divertentissimo Les Tontons flingueurs (In famiglia si spara) di Georges Lautner. La bonne année ha avuto un grande fan in Stanley Kubrick, che mostrava il film regolarmente ai suoi attori prima di una ripresa, per far vedere come si doveva recitare. Il regista di New York, ad esempio, lo ha mostrato a Tom Cruise, prima di iniziare le riprese di Eyes Wide Shut.

Coaloa mete le mani avanti perchè nel 2019 cadrà il centenario della nascita di Lino Ventura, nato a Parma il 14 luglio 1919, morto a Parigi il 22 ottobre 1987. L’attore, in trentaquattro anni di attività, ha girato 74 film.

A Parigi, nel nono arrondissement, un decennio dopo la sua morte, è stata dedicata a Lino un’intera piazza. È strano notare come la figura di Ventura, una star del cinema mondiale, sia stata sinora completamente snobbata in Italia!

Proprio lui che ci tenne a conservare la cittadinanza italiana, rifiutando le onorificenze francesi e accettando quelle italiane. Per un’incredibile bizzarria, infatti, solo nel Bel Paese, Ventura è considerato «un attore francese», mentre per il resto del mondo Lino è l’attore italiano per eccellenza. Forse, spiega Coaloa, perché i film italiani di Ventura, con registi come Rosi e Ferrara, erano troppo “moderni” o “politici” per la critica cinematografica italiana, attenta in quegli anni più ai registi e alle loro scelte letterarie e stilistiche che agli attori, alle sceneggiature e al cinema tout court. 

Sposato a Odette, padre di quattro figli, Ventura, a partire dagli anni Sessanta ha aiutato i bambini diversamente abili e le loro famiglie con i suoi soldi, cercando fondi con manifestazioni pubbliche, aiutato dagli amici di sempre, come Jean Gabin, Charles Aznavour e Mireille Mathieu. Ha creato istituti di ricerca medica e l’associazione umanitaria «Perce-Neige», che sopravvive, dopo la sua morte, come Fondazione. L’associazione nacque nel 1966 dopo un appello di Ventura alla televisione francese: «C’è dunque questo problema fondamentale che tormenta le notti insonni di tutti i genitori: quando noi moriremo, che ne sarà di loro?». «Loro» sono i bambini portatori di handicap mentale. Ventura, in Francia, anticipava di cinquant’anni la legge sul dopo di noi, approvata in Italia solo nel 2016. 

FOTO. Lo storico casalese Roberto Coaloa in place Lino Ventura nel IX arrondissement di Parigi