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Lomello: concerto di alto livello

Un bel trio in un appuntamento con la storia

 

Concerto di alto livello ed esecuzione impeccabile: davvero non servono molte altre parole per raccontare l’esibizione dello scorso sabato alla Basilica di Santa Maria Maggiore di Lomello, del trio formato da Rita Mascagna, violino, Alexander Zyumbrovskyi, violoncello e Sabina Lanzi al pianoforte. Del resto, l’occasione era di quelle importanti, addirittura un “appuntamento con la storia”, come scritto sul programma, visto che era inserita nelle celebrazioni per i 1000 anni dalla prima pietra della Basilica, posata nel 1025. Un momento di festa, purtroppo turbato dalla mancanza del sindaco di Mortara, Ettore Gerosa, vittima di un incidente stradale solo poche ore prima. “Sarebbe stato sicuramente con noi adesso”, lo ricorda la prima cittadina di Lomello, Silvia Ruggia, insieme al parroco Don Roberto Signorelli chiamato a presentare la serata.

Poi tocca alla musica parlare, il concerto si apre con l’opera forse più monumentale mai scritta per questo tipo di formazione: il trio Op. 100 di Schubert. Le volte millenarie con il loro eco contribuiscono persino ad accentuare l’enfasi drammatica di temi famosissimi, come quello dell’Andante dove il violoncello di Zyumbrovskyi fa sfoggio di tutta la sua cantabilità. L’opera sfiora i 50 minuti di musica, sempre serrata e ricca di tensione, non c’è da stupirsi che anche l’editore di Schubert avesse chiesto dei tagli considerandola fuori scala per gli standard cameristici del tempo. Nel complesso a brillare è soprattutto il violino di Rita Mascagna e, considerando che nel 1827 fu scritta avendo presente i più grandi strumentisti del tempo come Schuppanzigh o Bohm, davvero non è poco

Una scelta felicissima mettere a Schubert come pendant del programma il “Trio per pianoforte n. 1 in Re minore” di Anton Stepanovič Arensky, e non solo per l’occasione di ascoltare un brano poco eseguito in Occidente. Il pezzo di Arensky rientra in quello che Massimo Mila bollava come "pittoresco manierismo salottiero", riferendosi alla musica da camera di questo compositore. Lo Scherzo può dare questa impressione: quasi un delizioso valzer che non guasterebbe tra le eleganti signore di una stazione termale della belle époque. Ma in realtà l’intelligenza di questa esecuzione è proprio di mettere in luce proprio una certa parentela con il trio di Schubert, specie negli ultimi movimenti. E poi c’è l’elegia, dove la parte per violoncello è decisamente ispirata. Merita una rivalutazione e, in ogni caso, tutti gli applausi e le chiamate che gli ha tributato il pubblico di Lomello.

Alberto Angelino