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  • 8 anni fa
  • Villadeati
  • Chiara Cane

Architettura e iconografia nell’arte romanica

Ospite Francesca Veronese

“Architettura e iconografia nell’arte romanica” è stato il titolo dell’ultimo incontro promosso dall’Associazione Madreselva, di cui è presidente Franco Allegranza, in programma sabato scorso presso la San Remigio di Villadeati.

Ospite del pomeriggio culturale e di valorizzazione sociale del patrimonio locale, Francesca Veronese, insegnante di Storia dell'Arte al Liceo Classico Plana di Alessandria. “Gli edifici religiosi” ha esordito la relatrice, “essendo tra gli edifici storici meglio conservati, continuano ancora oggi ad essere i più ricchi di informazioni”. Informazioni preziose che non solo consentono di identificare le caratteristiche architettoniche del tempo, ma anche il contesto sociale che gravitava nelle comunità ove erano edificati e la funzionalità degli stessi. Tuttavia, secondo la studiosa, sarebbe opportuno dotarsi di una sorta di prontuario per la corretta conoscenza e interpretazione di un’opera medievale. “Tempo, spazio e contesto culturale sono elementi indispensabili per un corretto approccio, sono gli strumenti ideali per entrare nelle singole e diverse microstorie territoriali del tempo, in quanto” è stato sottolineato, “non tuti i luoghi erano uguali”. A tale considerazione va tuttavia aggiunto che i filoni culturali del tempo continuano a restare elementi saldi che unificano i linguaggi, “anche grazie agli interscambi favoriti da commerci e da pellegrinaggi”. “Le chiese” ha proseguito la Veronese, “alla fine dell’Alto Medioevo, erano simbolo delle comunità; erano luoghi polifunzionali all’interno dei quali si svolgevano, oltre alle funzioni religiose, anche le assise del tribunale, le assemblee e, all’occorrenza, divenivano altresì luoghi di rifugio e spazi per la redazione di documenti, senza nulla togliere alla sacralità che gli apparteneva. “Talvolta”, ha precisato la relatrice, “il ciborio veniva chiuso con tende per proteggerne la sacralità”. La funzione di polifunzionalità venne meno a partire dal 1563 con il Concilio di Trento ma, negli ultimi decenni, è stata parzialmente riconsiderata. Entrando nello specifico strutturale degli edifici religiosi infine, è stata posta l’attenzione sui termini lavoro e materia, in quanto elementi centrali dell’architettura medievale. Legno, pietra e cotto venivano sapientemente plasmati dalla mano dell’uomo, il quale poneva sempre lo sguardo verso la “bellezza”, in quanto veniva ritenuta componente indispensabile per salire metaforicamente ai piani più alti della spiritualità. Alto valore veniva attribuito alle maestranze che andarono formandosi nel tempo le quali, sebbene apparentemente anonime, erano solite “firmarsi” ricorrendo a diversi stilemi. Grande importanza inoltre assunse in quel periodo l’iconografia, ricca di simboli per comunicare e per conferire maggiore bellezza alle opere stesse. Prossimi incontri organizzati dall’Associazione Madreselva con il patrocinio del Comune di Villadeati: sabato 21 ottobre alle ore 17 “Uniti per lo spazio” a cura di Riccardo Rampini, della Agenzia Spaziale Europea (ESA) e sabato 28 ottobre, sempre alle ore 17, “Vaccinazioni: certezze e timori” con Fernando Pesce, pediatra, ex primario di Pediatria all’Ospedale Infantile C. Arrigo di Alessandria. Info: www.associazionemadreselva.it/wpress.