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Quando l'Egitto venne a Torino

Conzano, domenica 2 aprile, alle 17.30

Grande attesa per «Quando l'Egitto venne a Torino. La Collezione, il Viaggio, gli Uomini e l'Accademia delle Scienze», il terzo e ultimo appuntamento, a Conzano, domenica 2 aprile, alle 17.30, del fortunato ciclo d’incontri curato dallo storico Roberto Coaloa (Université Paris-Sorbonne, il più autorevole biografo di Carlo Vidua) sul tema dell’egittologia, a margine delle due mostre di Villa Vidua: quella permanente sul conte viaggiatore e «L’Egitto di Ezio Gribaudo» (quest’ultima con termine il prossimo 10 aprile).

Il prezioso volume «Quando l'Egitto venne a Torino», edito da Hapax, è stato voluto fortemente dall’Accademia delle Scienze di Torino. Ricostruisce la storia della prima collezione di antichità egizie di Bernardino Drovetti, dagli scavi che portano alla luce nuovi tesori ancora nascosti nella valle del Nilo sino al loro trasporto e collocazione, un racconto che si snoda attraverso i reperti oggi visibili al Museo Egizio e i documenti conservati presso l'Accademia delle Scienze di Torino.

Per l’ultimo appuntamento, Coaloa ha invitato due grandi specialisti della Terra dei Faraoni: Alessandro Roccati (Socio nazionale dell’Accademia delle Scienze e Professore emerito, già ordinario di Egittologia nell’Università degli Studi di Torino) e Laura Donatelli (Egittologa e storica dell’arte). Con loro, Elena Borgi (Responsabile della Biblioteca e dell’Archivio dell’Accademia delle Scienze di Torino), Riccardo Lorenzino (editore di Hapax) e Coaloa discuteranno del libro, dedicato al centenario della nascita dell’indimenticabile egittologo Silvio Curto (Bra, 20 agosto 1919 – Torino, 24 settembre 2015), che unì le due anime dell’attuale Collegio dei Nobili di Torino: l’Accademia delle Scienze e il Museo Egizio. Curto, infatti, socio dell’accademia torinese, tra il 1964 ed il 1984 è stato anche direttore del museo. Come egittologo ha diretto una campagna per il salvataggio del sito di Ellesija, minacciato durante la costruzione della diga di Assuan. Curto, docente universitario e divulgatore della storia dell’egittologia a Torino, avrebbe gradito il presente volume, che si compone di otto saggi, di brevi biografie e di box tematici. Gli autori del libro sono: Rita Binaghi, Elena Borgi, Laura Donatelli, Silvia Einaudi, Pierangelo Gentile e Alessandro Roccati.

Nel 2016, durante il riordino e la schedatura informatizzata dell’archivio storico dell’Accademia delle Scienze di Torino, fu “riscoperto” un documento: un elenco, suddiviso in cinque quaderni, di reperti appartenenti alla collezione di Drovetti. Una preziosa occasione, quindi, per rievocare la vicenda dei rapporti tra l’accademia e il museo.

Tutto ebbe inizio durante il viaggio di Carlo Vidua in Egitto, tra la fine del 1819 e l’estate del 1820.

Racconta Coaloa: «In quegli anni, due italiani – Drovetti e Giovanni Battista Belzoni – sono i motori dell’egittologia nascente. Il conte piemontese rimane immediatamente colpito dalla qualità della collezione Drovetti. Capisce come sia importante avere una collezione sull’antico Egitto per stabilire qual è il valore dello Stato. Questa riflessione del conte è ben evidenziata da ciò che ebbe a dire nel 1820, quindi quarantuno anni prima dell’Unità d’Italia, che Torino doveva acquistare la collezione Drovetti. E solo se Torino avesse fatto questo, l’Italia sarebbe stata una grande nazione. Il viaggiatore capisce come il futuro di un Paese non possa sussistere senza avere delle radici ben solide e radicate nel passato e diventa il promotore delle trattative di vendita della collezione Drovetti al Regno di Sardegna». Il conte di Conzano scrisse queste memorabili parole: «il Piemonte avrà dunque la gloria di conservare, e di mostrare agli stranieri una raccolta unica, e formata da un suo figlio».