Notizia »

L'arte del ricamo

A cura di Assunta Prato ad Aperture sull'Arte dalle 18 di venerdì 31

“L’arte del ricamo” è una mostra modernissima che si sta allestendo ad Aperture sull'Arte in via Luparia: coniuga la storia millenaria di una tecnica elegante, incluse le contaminazioni e le specificità regionali, con gli aspetti sociali e di genere che l’hanno caratterizzata, dai tempi dell’Antico Egitto a oggi; dalle corti alle botteghe, dalle cucine agli spazi ricreativi.

La parola ricamo deriva dall’arabo raqm (racam) che significa ‘segno, disegno’, ma dove sia nato esattamente il ricamo... è un mistero. Ed è un mistero il processo originario utilizzato per tagliare, cucire e rinforzare i tessuti, processo che ha favorito lo sviluppo di tecniche di cucito e decorazione, dando così origine a questa arte, diffusa da secoli tanto in Oriente quanto in Occidente.

I primi esempi che ci sono pervenuti sono quelli dall’antico Egitto, dove sono stati ritrovati ricami sugli abiti delle mummie, risalenti alle antiche dinastie egiziane.

Erodoto, Plinio e altri storici del passato fanno numerosi cenni al commercio di tele ricamate tra diverse popolazioni: ovunque il ricamo era apprezzato quale segno di alto status sociale e da sempre è stato oggetto di scambio e di suggestioni creative.

In Italia il ricamo si diffonde intorno all’anno Mille e compare per la prima volta a Palermo. Ma è Firenze a divenire il centro culturale del ricamo: a Firenze e a Venezia si trovano ancora oggi le scuole di ricamo più famose in Italia.

L’aspetto poco conosciuto è che il ricamo è stato a lungo considerato un’attività prettamente maschile: nel Rinascimento un’abbondante documentazione ci conferma che a lavorare con l’ago e il filo erano soprattutto ricamatori, che impreziosivano abiti, scarpe, borse e altri oggetti, ancorando il loro lavoro sul tessuto. Come cambiano i costumi …

Dalla fine del XV secolo vengono però superate le precedenti divisioni di genere del lavoro d’ago, ed è documentata la presenza di manodopera femminile.

Ciò che nel tempo è rimasto è l’attrazione verso il ricamo ed il suo segno distintivo di eleganza e lusso, pur contaminandosi – per così dire – con tecniche popolari come il Sashiko giapponese, che era, in sostanza, un modo per riparare abiti strappati attraverso il ricamo.

Ma il ricamo ha anche altre facce. E’ servito nel tempo per raccontare storie di sé e del proprio popolo, quando tali storie non si potevano esprimere in altro modo, è stato utilizzato in modo molto proficuo come terapia per i soldati feriti della Prima Guerra Mondiale. Oggi viene proposto nelle carceri, maschili e femminili, per offrire uno sbocco occupazionale una volta tornati nella società, è considerato un’eccellente forma di arte terapia e di aggregazione sociale, oltre a essere come sempre, un’espressione artistica che si sa adeguare ai tempi che cambiano.

Aperture sull’Arte al ricamo dedicherà appunto una mostra speciale, che verrà inaugurata venerdì 31 gennaio, alle ore 18: un percorso espositivo sorprendente con ricami originali, pannelli esplicativi e fotografie. Assunta Prato, curatrice della mostra, dialogherà con Wanda Gallo e racconterà storie e aneddoti sull’arte del ricamo di mondi lontani e del nostro Monferrato. Ad allietare la serata, le letture di Silvia Guala ed Elsa Chiesa suonerà la sua arpa, strumento delicato e inconfondibile.
La mostra sarà visitabile fino  al 28 marzo.

Nell'epoca del fast fashion, della moda usa e getta, quella del ricamo diventa una lezione di stile e amore per i tessuti.