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Valle e la sua gente alla metà del XVIII secolo

Mappe e carte del Catasto Sabaudo del 1760

 

 

Il prossimo 21 giugno, alle ore 21:00, la sala polifunzionale “A. Savini” di Valle Lomellina ospiterà l’iniziativa culturale Valle e la sua gente alla metà del XVIII secolo. Mappe e carte del Catasto sabaudo del 1760, organizzata dalla Biblioteca comunale “G. Marucchi” in collaborazione con l’Assessorato alla cultura. Relatore della serata Giuseppe Zucca, che il pubblico vallese ha già avuto modo di apprezzare in più di un’occasione: nativo di Ferrera, negli anni ha affiancato alla sua professione in ambito scolastico la grande passione per la storia, che si è concretizzata in numerose pubblicazioni.

L’appuntamento del 21 giugno rappresenta un’ideale prosecuzione degli argomenti trattati dal prof. Marinone lo scorso 04 maggio, e cioè il consolidamento dell’identità comunitaria vallese attraverso lo scavo della Roggia di Valle e il raggiungimento dell’autonomia idrica, tra il XV e il XVI secolo.

Lo snodo storico scelto da Zucca permetterà a quanti intenderanno partecipare alla serata di riflettere su una fase importante e molto ben documenta del passato, neppure troppo lontano, del paese. Soprattutto due sono gli aspetti rilevanti dell’incontro. In primo luogo, verrà ribadita l’esigenza, comune a tutte le epoche, di disporre di una rappresentazione il più possibile verosimile e dettagliata del territorio. A fare la differenza, va da sé, sono la potenza e la precisione degli strumenti tecnologici utilizzabili: in pochi decenni siamo passati dalle fotografie aeree a quelle satellitari, capaci di catturare da grandissime distanze ogni particolare della superficie terrestre; un’operazione, d’altra parte, oggi accessibile a chiunque disponga di un semplice drone. Nel 1760 le cose erano molto diverse, naturalmente. Ma proprio per questo motivo i risultati prodotti dagli incaricati alla realizzazione del catasto sabaudo non possono che destare stupore e ammirazione sotto molteplici punti di vista: per l’enorme mole dei dati raccolti e per l’acribia con cui sono stati vagliati, per l’accuratezza nella rappresentazione del territorio e per il tempo, decisamente breve, impiegato nella realizzazione di tutto ciò. Facendo perno sull’abitato (di cui vengono evidenziate le vie principali e alcuni edifici di interesse pubblico, soprattutto chiese), le mappe catastali si offrono allo sguardo capace di leggerle come una inestimabile miniera di informazioni. Strade e corsi d’acqua (di lunghezza e portata anche minime); case singole, cascine e casolari; ma soprattutto campi, fedelmente riprodotti nelle loro forme e dimensioni, e classificati in base alla destinazione d’uso mediante un’ampia gamma di colori e icone: la cura dei dettagli è tale che, con un po’ di fantasia, la Valle del 1760 potrebbe emergere dal piano delle mappe e trasformarsi in un modello tridimensionale. E qui veniamo al secondo aspetto saliente della serata. Di solito, il grande pubblico accede alla storia solo attraverso la storiografia, cioè in forma mediata dal lavoro di ricerca e di sintesi degli esperti. Un lavoro che si fonda sull’ispezione diretta dei luoghi, sulla raccolta e sull’analisi delle fonti, sulla consultazione dei documenti d’epoca e sul loro esame critico. Ebbene, durante l’incontro del 21 giugno verranno proiettati (in forma digitalizzata) proprio quei documenti originali sui quali il prof. Zucca ha condotto, negli ultimi mesi, la sua indagine: in questo modo sarà offerta a tutti la possibilità di compiere, diciamo così, un’incursione nel laboratorio dello storico, di saggiare le sue “materie prime”. E al di là del loro valore documentario e della loro finalità pratica, siamo certi che le mappe catastali susciteranno interesse anche per la loro intrinseca bellezza.

Un’ultima cosa. Poiché la comprensione di un territorio capillarmente antropizzato non può prescindere dalla sua popolazione, Giuseppe Zucca illustrerà, registri alla mano, la distribuzione di proprietà dei terreni – nomi (pochi) di famiglie benestanti, detentrici di vastissime porzioni di suolo agricolo; oppure di famiglie comunque possidenti, i cui campi si estendevano per almeno un centinaio di pertiche; ma anche di famiglie povere, se tutto si risolveva nel possesso di un fazzoletto di terra destinato ad orto, eppure fondamentale per la sopravvivenza del nucleo. Ma soprattutto, nomi che, almeno in parte, si riflettono nell’attuale onomastica del paese. Proprio attraverso questi nomi sarà possibile gettare un ponte tra passato e presente, delineare un percorso sotto il duplice segno della persistenza e del cambiamento – uno dei compiti fondamentali di una storiografia che non voglia ridursi ad una (rispettabilissima) erudizione antiquaria. Per tutti questi motivi (e altri ancora) rinnoviamo l’invito a partecipare, il prossimo 21 giugno alle ore 21:00, all’incontro culturale Valle e la sua gente alla metà del XVIII secolo. Mappe e carte del Catasto sabaudo del 1760, presso la sala polifunzionale “A. Savini” di Valle Lomellina.