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Premio Orsola Maddalena Caccia

E’ Antonella Chiodo la destinataria del premio Orsola Maddalena Caccia edizione 2018 consegnato lo scorso sabato al teatro civico di Moncalvo. Dopo la premiazione conferita dal presidente dell’omonima associazione Andrea Monti, la studiosa ha raccontato l’origine del suo rapporto con la pittrice Orsola Maddalena Caccia e la scelta di investigare sulla figura dell’artistia, già con la sua tesi di laurea dal titolo “Il legame che mi unisce alla pittrice Orsola Maddalena Caccia è profondo ed affonda le radici nei mie ricordi d’infanzia” discussa nel 2004. “Essendo la mia famiglia materna originaria di Bianzè, nel vercellese” ha raccontato la Chiodo, “ero solita trascorrere parte delle mie estati in quella località a casa della nonna. Con lei, durante le passeggiate mattutine, era consuetudine fermarsi alla chiesa di Santa Maria de Tabbi per apprezzare la splendida Annunciazione di Orsola Caccia inserita ancora nella ricca ‘ancona’ lignea seicentesca posta sull’altare maggiore”. Per contrastare i furti, l’opera,  insieme alle altre pale della pittrice, collocate sugli altari laterali e commissionate alla pittrice dalle famiglie più importanti del luogo, fu successivamente ricoverata nella chiesa parrocchiale, dove si può tutt’oggi ammirare. La studiosa ha così ricordato l’ingresso della pittrice nel Monastero delle Orsoline di Bianzè, allora parte del Ducato di Mantova e del Monferrato, dove rimase per circa cinque anni all’inizio degli anni ’20 del Seicento. “Nel 1625” ha ricordato la studiosa, “Orsola, insieme alle sorelle, anch’esse monache a Bianzè, fece ritorno nella città natale di Moncalvo, dove il padre, il pittore Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, nel frattempo aveva fondato un monastero per le orsoline”. Il legame di Orsola con Bianzè continuò  nel tempo, come dimostrano le tre pale d’altare commissionate, nel corso degli anni Sessanta del Seicento, per la chiesa di Santa Maria dei Tabbi. Una di queste, l’Adorazione del Bambino (1670),  secondo la Chiodo sarebbe l’ultima opera nota, eseguita quasi a ridosso della morte della monaca pittrice avvenuta nel 1676, all’età di 80 anni.
Chiara Cane