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Simona Martinotti alla pura narrativa

“Il poeta pescatore e altri racconti di arrivi e partenze”

Per chi conosce Simona Martinotti era solo questione di tempo perché passasse dalla descrizione delle sue “Libere Uscite” alla pura narrativa. C’erano tutti i segnali nei libri precedenti: successi editoriali in cui raccontava e consigliava itinerari tra il Monferrato e le valli Occitane. Del resto, i luoghi si intrecciano inevitabilmente alle storie, si trattava solo di dare più spazio alle voci che alle località. Negli anni, tra i vari premi e citazioni dei media per il suo contributo al turismo, qualche avvisaglia c’era stata, ora arriva la consacrazione con l’uscita de “Il poeta pescatore e altri racconti di arrivi e partenze” (edizioni della Goccia). Un titolo che in qualche modo ci riporta al tema, a lei caro, del viaggio. Questa volta, però, è il focus è sul motivo che ci porta a viaggiare. Scrive Martinotti nell’introduzione: “Si può partire per una vacanza, per andare a far visita a un familiare lontano, per raggiungere un amore, se si pensa a un viaggio fisico, oggettivo, da un luogo a un altro. Ognuno di noi utilizza per i propri spostamenti i mezzi che gli sono più congeniali. A me piace, per esempio, guardare fuori dal finestrino, prendermi (se posso) tutto il tempo per veder cambiare il paesaggio, le forme degli edifici, le lingue sui cartelli, sgranando uno a uno i chilometri. Mi piace “guadagnarmi” così la destinazione, anche durante gli spostamenti lunghi, che diventano perciò vere e proprie traversate”.

Una “poetica del tragitto” che nei racconti è ben delineata: in ognuno dei 27 brani “partire” o “tornare” è sempre un aprirsi a ciò che è nuovo e diverso, anche quando significa ripercorrere i propri passi verso le origini per confrontare quello che si era con ciò che si è diventati. E per Simona Martinotti le radici sono molteplici: troviamo un Piemonte rurale ed emigrante descritto con un mix di ruvidezza e poesia che ricorda Pavese de “La luna e i falò”, c’è un luogo del cuore come Lucedio in cui, ovviamente, non manca un certo odore di zolfo satanico, c’è il Polesine, mala terra di alluvioni e di speranza e ancora la Genova dei caruggi e palazzi senza ascensore, ricordata con affetto. C’è persino una Milano nevrotica e in cerca di giustizia. Tutti tasselli di un mondo che parte o arriva, dove non importa, perché come tutti sanno, l’unica cosa che conta è il viaggio. Il libro sarà oggetto in un tour di presentazione a novembre anche a Casale Monferrato.

(a.a.)