Notizia »
Le case popolari (2)
di Aldo Timossi - Viale Crispi: “quartierino civettuolo di piccole e graziose casette, accanto al viale dei giardini”
Nel Novembre 1921 si legge sul giornale essere stata posata in via Bertana la prima pietra di quelle case – che peraltro sorgeranno nella vicina zona di campagna aldilà della ferrovia, intorno all’odierna piazza Paolo Bottacco - volute dai ferrovieri della “Sedula”, “tanto agognate e le quali, speriamo, concorreranno a far diminuire prossimamente l’enorme costo degli affitti”. Ovviamente le sole finanze dei soci non sarebbero sufficienti a proseguire in un impegno edilizio ben ambizioso. Serve l’aiuto statale. Passano due anni di attesa e contrasto tra la cooperativa e la Commissione nazionale per le case economiche, ma alla fine arrivano i primi acconti di un robusto mutuo.
Mentre la “Sedula” posa la prima pietra, si attiva in città la “Domus - Cooperativa Case Economiche e Popolari”, nei cui progetti vi è la realizzazione di un “quartierino civettuolo di piccole e graziose casette, accanto al viale dei giardini”, ora Viale Crispi, nei giardini della Stazione, . Purtroppo avrà vita breve, a fine estate del ’23 si parla di liquidatori e di “devolvere in beneficenza il capitale che avrebbe potuto e dovuto servire a nuove costruzioni”. Dopo un centinaio di vani costruiti, a tempo di record, dall’Impresa Piglione in nove palazzine, finisce un sogno. Forse c’è di mezzo anche una certa intransigenza della commissione edilizia comunale, che qualche anno dopo boccerà il progetto di una galleria da costruire nella centrale Via Roma, con sbocchi nelle vie Cavour e Corte d’Appello: “coperta a vetri, lunghezza di circa metri 57 e larghezza di 17, fiancheggiata da fabbricato a tre piani, con negozi ammezzati per uffici, studi ed alloggi”.
Presso la Pretura proseguono intanto le sedute di una Commissione arbitrale che ha il compito di definire le controversie tra inquilini e proprietari in materia di affitti delle abitazioni, districandosi tra il susseguirsi di decreti di proroga e un meccanismo di classificazione delle case in operaie, popolari, civili, signorili (“i proprietari esigono che le loro case classificate fra le popolari siano civili; di contro gli inquilini vorrebbero che case ritenute civili fossero considerate popolari”). In parallelo, la “Sedula” sta trasformando una zona disabitata in quartiere modello. Per la Fiera di San Giuseppe del 1924 è prevista l’inaugurazione.
Il taglio del nastro è affidato all’onorevole Edoardo Torre, Alto commissario alle Ferrovie dal Dicembre ‘22. E’ il caso di spenderci qualche parola, essendo un monferrino, nato a San Salvatore nel 1882. Personaggio poco conosciuto, medico chirurgo di professione ma ricordato soprattutto come attivo protagonista di non poche azioni che culminarono ella “marcia su Roma”, nonché membro del Gran Consiglio Nazionale Fascista. Il suo nome apparirà spesso nelle cronache del tempo e nelle storie di quel periodo. E’ un duro! Eletto alla Camera nel Giugno 1921, in un pesante intervento del maggio ’22 rivolge le sue accuse contro la categoria dei ferrovieri, accusati di aver dimenticato “patriottismo e spirito di abnegazione” degli anni di guerra, e iniziato scioperi di protesta e solidarietà per “sabotare la Nazione”, agli ordini del sindacato di sinistra. Anche per questo suo passato, ebbe ad essere definito come “uomo capace di ricondurre le Ferrovie Italiane e di avviarle verso un avvenire radioso degno del loro passato”, e da ciò la nomina a Commissario. Prende il posto del direttore generale Luigi Alzona, un altro monferrino, nato a Villanova Monferrato il 15 dicembre 1849, figlio di Giuseppe Alzona e Maddalena Coppa, e il cui nonno fu sindaco del paese negli anni quaranta dell’800; si è fatto dalla gavetta, già pensionato è stato richiamato in servizio, ma non concorda con i progetti del regime, si dimette dopo pochi mesi.
Tornando al taglio del nastro delle case di Borgo Ala – Porta Milano, “Il Monferrato” descrive con enfasi quella giornata, dominata dalla ridondante scenografia del cerimoniale fascista. Il “lungo corteo d’automobili tra due fitte ali di popolo e sotto archi di trionfo disposti lungo l’itinerario”, il saluto da parte del presidente della cooperativa ferrovieri, Luigi Deandrea, la risposta di Torre che “mette in evidenza il contributo che allo Stato portano attualmente i ferrovieri italiani, più disciplinati e diligenti” (un decreto ha portato alla “dispensa dal servizio”, alias licenziamento di decine di migliaia di ferrovieri con l'accusa di "scarso rendimento, di essere incapaci o improficui”, in realtà per le proteste dopo il rifiuto di aderire al sindacato di regime), la “serata di gala al Politeama col Trovatore”, il banchetto al “Leon d’Oro con la bontà dell’Elixir Crema Calicantus offerto dalla Ditta Carmi e Zorzoli”.
Mentre i ferrovieri iniziano ad occupare le loro case, per qualche tempo ancora uno stuolo di meno fortunati continua a lottare contro proprietari che aggirano e sorpassano il regime vincolista: “i più onesti hanno quadruplicato e quintuplicato il canone d’affitto pagato prima della guerra; la cupidigia di molti altri li spinse a pretese veramente irragionevoli”. Qualcosa cambia nel 1926-27, quando anche a Casale il partito fascista si rivolge apertamente ai “contravventori, contro i quali procederà con la massima energia e con argomenti... convincenti”! A quel punto l’Associazione proprietari invita i consociati alla moderazione, “astenendosi il più possibile da sfratti” e osservando i decreti governativi. Esito controverso, anche perché da Roma le indicazioni sono altalenanti, un colpo al cerchio e uno alla botte. Intanto, ironia della sorte, si apre un altro fronte: dopo il calmiere dei prezzi alimentari, alcuni negozi che vendevano a più buon prezzo pur guadagnandoci, si sono affrettati al elevarli a livello calmiere! Sono gli anni che vedono anche riduzioni dei salari, nell’illusione che ciò provochi una diminuzione del costo della vita! Tra proprietari e affittuari, a decidere dovrà essere sovente il Pretore di turno. Fortunato chi abita in cooperativa.
aldo timossi - (2 - fine)