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Lions: recupero della Concordia
Lo racconta un progettista: Tullio Balestra
Isola del Giglio: il recupero indolore (nel senso ecologico) della Costa Concorda con chi l’ha progettato è stato il tema dell’incontro di martedì al Lions Casale a La Torre. Protagonista l’ing Tullio Balestra (Chiavenna, Natale 1948) residente a Pavia, era a Casale per l’amicizia con il socio Lions Alberto Riccio con il quale aveva frequentato il pavese Collegio Fraccaro (fucina di geni visto che ora al Lions Riccio ci annuncia un ambasciatore e che Balestra era compagno scolastico del futuro ministro Tremonti...).
L’oratore ha un curriculum che lo porta all’inizio con la Micoperi a progettare e realizzare grandi strutture in mare, in particolare piattaforme petrolifere, svolgendo buona parte di questa attività all’estero.
Nel 1982 con l’ing. Varisco fonda a Milano la Tecon con la quale, racconta al Lions, partecipa (“in partenza eravamo in dieci da tutto il mondo poi siamo rimasti in due”) al progetto Isola del Giglio dove una manovra sconsiderata aveva fatto affondare (13 gennaio 2012) l’ammiraglia della Costa col record di essere stata la nave di maggior tonnellaggio nella storia a essere stata vittima di naufragio.
All’inizio del 2012 è chiamato appunto dal consorzio Titan/Micoperi per il recupero. Il gruppo di progetto, guidato da Tullio Balestra, coinvolge una decina tra ingegneri e tecnici della Tecon. Molti di loro sono giovani che, “con professionalità e passione, hanno contribuito in modo determinante a trasformare un’idea, nata un po’ per caso, nel progetto vincente”. Un incarico senza precedenti. Non si è trattato solo di rendere la Costa Concordia in grado di solcare di nuovo il mare (per raggiungere Genova dove verrà poi smantellata), ma anche di cancellare tutte le tracce (“in un mare bellissimo”) di quella assurda tragedia.
E l’ing. Balestra lo spiega con una efficace sintesi tecnica e con immagini: si è fatta ruotare la nave appoggiata su una piattaforma sottomarina in acciaio, affiancata da compartimenti galleggianti sulla fiancata che hanno poi dato la spinta necessaria per innalzarla. Nella sala di controllo lavoravano con Balestra undici persone.
L’oratore ha concluso con la sua attuale occupazione: la nuova frontiera delle opere marittime offshore e cioè gli impianti di produzione di energia eolica su strutture galleggianti. Il problema sarà poi far arrivare (è emerso dalle molte domande) l’energia prodotta al Nord. Finis con dono da parte del presidente Lions Giuseppe Aceto di gagliardetto e scatola di krumiri Portinaro: un piccolo (gradito) premio per chi ha guidato il più grande progetto di salvataggio navale della storia.
Luigi Angelino