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4-Aviazione a Casale - di Aldo Timossi

Le sezioni di Trino e Crescentino

Nell’estate del ’64 nasce una nuova polemica sulla presunta “fossilizzazione” del club (in due ravvicinati titoli di giornale, l’inizio e la fine: “C’è qualcosa che non va all’Aero Club di Casale?”, cui risponde “Non v’è l’ombra di irregolarità”), è tempo di consuntivo dell’ultimo quinquennio. E’ stata riattrezzata e ricostruita quasi interamente la palazzina dove sino al 1958 c’era solo un piccolo ufficio; la flotta si è accresciuta di un aereo Macchi 416, di un FL 53 e di un CESSNA 112; l’attrezzatura a terra si è completata di un terzo hangar, di un’officina per le piccole revisioni, di una Jeep per il servizio di aeroporto, di un simulatore per la scuola di volo strumentale (unico in Piemonte escluso Torino). E’ proseguita la scuola di pilotaggio di 1° e 2° grado. I dati di volo testimoniano che, fra i club della regione ligure-piemontese, quello di Casale è al 4° posto, assai avanti a molte città ben più grandi come Alessandria, Novara e Cuneo, e supera anche il club regionale della Valle d’Aosta.

Tornano al “Cappa” nell’autunno ’65, i “cavalieri del vuoto”, i paracadutisti. Dopo anni di silenzio, e dopo che i “vecchi” han trasmesso ai giovani la passione per il lancio nel vuoto, e li hanno istruiti e allenati, ecco una grande manifestazione domenica 10 Ottobre, con bianche e variopinte calotte che scendono sul capo, dal mattino al tramonto. Un centinaio di parà - i monferrini appena costituiti in Sezione - con la regia del veterano Pasquale Guaschino, socio benemerito dell’Associazione Paracadutisti.

Non basta la nuova linfa per dare ossigeno al volo casalese, e pochi mesi più tardi il presidente dell’Aero Club, l’industriale Luigi Cerutti, lancia l’allarme, “l’aeroporto rischia la morte”. In sostanza, la struttura non può reggersi solamente sulla presenza e attività del sodalizio, con il rischio che un bel giorno l’Ispettorato Aviazione Civile ne suggerisca l’abbandono, magari attratto dalla possibile vendita dell’area. L’invito al Comune, accusato di disinteresse, è quello di riprendere il discorso del consorzio, finito a bagnomaria. Cerutti da il buon esempio regalando al club un velivolo-scuola, Aviamilano P. 19R Scricciolo, registrato I TERE, il nome della consorte.

Gli ultimi anni Sessanta vedono (1967) la presenza dell’Aero Club nelle celebrazioni del Millenario del Marchesato del Monferrato; “Giornata aerea” con esibizioni acrobatiche di alianti, aerei ed elicotteri e di una pattuglia di aviogetti, preceduta da un giro aerofotografico dei castelli, un circuito di 96 chilometri per fotografare i manieri di Camino, Gabiano, Villadeati e Montemagno. La “Giornata” si ripeterà negli anni successivi e nel ’69 il neo-presidente Giovanni Cerutti ha la fortuna di ospitare finalmente le acrobazie dei mitici azzurri Fiat G 91 della PAN, la pattuglia acrobatica nazionale “Frecce tricolori” al comando del loro “papà”, il Maggiore (futuro Generale) Vittorio Cumin.

Il 1971 vede allargarsi l’”azzurro” monferrino. In primavera nasce in città la Sezione dell’Associazione Arma Aeronautica, alla quale possono aderire tutti gli ex militari che hanno prestato servizio, con qualsiasi specialità e grado, nell'Aeronautica. Il sodalizio è stato fondato a Torino nel 1952, grazie allo spirito di iniziativa di un gruppo di aviatori, primo fa tutti il Colonnello Franco Idalgi, reduci dai cieli della seconda guerra mondiale. Il gruppo casalese viene intitolato al Generale Guglielmo Cassinelli: scomparso nell’Ottobre 1962, già presidente dell’Aero Club, Ordine Militare d’Italia (per imprese eccezionali sul fronte Marmarico nel 1940/41 e su quello spagnolo nel 1937/38), Medaglia d’oro al Valore Aeronautico, due medaglie d’argento al Valor Militare; è stato tra l’altro comandante del Reparto alta velocità di Desenzano, del Centro sperimentale volo di Guidonia (oggi vi hanno sede il 60° Stormo e il Centro di selezione Aeronautica Militare).

Nel ‘73 anche Trino avrà la propria Sezione, nata da un primo Nucleo del ’69, intitolata al Sergente pilota Domenico Buzzi, deceduto in azione di guerra il 30 luglio 1940; due anni più tardi, si formalizza il Nucleo di Crescentino; anni dopo, ecco la Sezione di Livorno Ferraris e il Nucleo di Tronzano.

Tornando alla vicenda casalese, gli ultimi mesi del 1972 portano brutte notizie. Il “Cappa” verrebbe alienato dal demanio militare con altri 18 scali minori, per fare cassa. “Il Monferrato” del 7 Ottobre apre con il titolo “Con la vendita del Cappa cesserebbe a Casale l'attività aerea” un lungo articolo nel quale Luigi Angelino (assiduo testimone delle vicende aviatorie) sottolinea la necessità che l’aeroporto trovi collocazione tra quelli individuati come scali per velivoli ad atterraggio corto e cortissimo (Stol), veri e propri autobus dell’aria su collegamenti anche a brevissimo raggio. Torna in campo la proposta di un consorzio pubblico-privato per la gestione. Proseguono intanto le attività, compresa la manifestazione aerea del 1973, che vede ancora una volta sui cieli monferrini le “Frecce tricolori”.

Dopo una breve e movimentata presidenza del tortonese Paolo Mossi, arriva ai comandi dell’Aero Club Dario Astero (ricordiamo di aver volato con lui sul suo bimotore, nota di Angelino)

Nel frattempo, niente vendita, ma occorre stare vigili per evitare possibili alienazioni, lo Stato ha sempre bisogno di fare cassa, e l’area potrebbe far gola a qualche privato!

Nuova presidenza dal 1977, ancora con un Cerutti, l’industriale Carlo. Arrivano a cinque gli aerei a disposizione, con l’acquisto di un Piper PA-28, mentre si attende un Partenavia P 66C. Una novantina i piloti, provenienti anche da Torinese e Milanese. Altro cambio al vertice l’anno successivo, con Luigi Donna. Confronto con la Regione Piemonte affinché lo scalo sia considerato tra quelli di terzo livello, con traffico prevalentemente regionale. Si profilano buone notizie; il piano regionale dei trasporti prevede per quel livello la concentrazione dell’attività di aviazione generale (scuola, turismo, aero-taxi) su quattro scali minori: Torino Aeritalia, Cuneo Levaldigi, Biella Cerrione e Casale (qui convergerebbe l’attività degli aero club di Alessandria e Novi Ligure). La conferma, ancora nel dicembre ’81, quando il presidente Giancarlo Francia fa notare che manca sempre una società di gestione, mentre Biella e Cuneo l’hanno già costituita, e senza gestore, niente finanziamenti! Una storia e uno studio infiniti: ancora nell’88, l’assessore comunale Paolo Ferraris confermerà l’impegno per il “Cappa”, aggiungendo però che si stanno sempre cercando soci per la società a capitale misto che si occupi di ammodernare la struttura e gestirla!

Una positiva novità nel 1983, anno nel quale il campo transita dal demanio militare a quello dei Trasporti: l’Accademia paracadutistica sposta la propria sede da Albenga al “Cappa”; gli “stage” richiameranno appassionati da tutta Europa.

Il 24 Settembre, il primo di quelli che saranno definiti “voli storici”: Marco Mazzucco e Ugo Palli, con un Piper PA.28-180 Archer, raggiungono Padova, per la visita al castello e museo dell’aria di San Pelagio, in occasione del 65° del volo su Vienna di D’Annunzio con i velivoli de “La Serenissima”, comandata dal casalese capitano Natale Palli, che in quei mesi ebbe sede nel maniero.

aldo timossi

4 - continua

FOTO. L'aereo I-Tere con belle parole di Angelo Frizzarin (da Il Monferrato)