Notizia »

Duo Ferro-Cardaropoli

Venerdì 23 alle 21 alla Filarmonica

La storica e prestigiosa Accademia Filarmonica (palazzo Treville, via Mameli) presieduta da Serena Monina, riprende la stagione concertistica venerdì 23 alle 21 con il duo Alberto Ferro (pianoforte) e Gennaro Cardaropoli (violino).

In programma di Beethoven la Sonata n. 9, op 47 (Kreutzer) in La Maggiore e di E. Bloch, Baal Shem.

Alberto Ferro classe 1996 è un nome già noto nell’ambiente pianistico italiano grazie all’affermazione in prestigiose competizioni: il secondo premio al Concorso Busoni di Bolzano (2015), il Premio Venezia (2015) e più di recente si è aggiudicato il Concorso “Telekom – Beethoven” di Bonn.
Gennaro Cardaropoli, classe 1997, è l’unico italiano ad essersi aggiudicato il primo premio al prestigioso Concorso Arthur Grumiaux di Bruxelles (2015): uno dei numerosi riconoscimenti ricevuti, tra i quali spiccano il Premio Nazionale delle Arti del MIUR (2013), il Premio Abbado (2015) e il primo premio al Concorso Giorgetti organizzato dalla Filarmonica della Scala di Milano. Salernitano, nasce in una famiglia di musicisti. (l.a.) 
 
IL CRITICO

Poche opere nella storia della musica segnano così profondamente l’immaginario collettivo come la “sonata per violino e pianoforte n 9 op 47 di Beethoven. Semplicemente la “Sonata a Kreutzer” che, anche per chi non è cultore della musica romantica tedesca, è diventata un sinonimo di un’angosciante discesa nella gelosia da quando Tolstoj ha messo l’opera al centro del romanzo omonimo nel 1889. Tra i molti pregi dell’opera letteraria c’è quello di sottolineare l’affiatamento richiesto dagli interpreti di quella musicale: 40 minuti ricchi di virtuosismo ed energia che dipanano una scrittura complessa. Dovevano essere dedicati al violinista George Bridgetower amico del compositore, finchè, forse, non ci si mise di mezzo una ragazza, fatto sta che nell’edizione del 1805 l’intestatario era il musicista francese Rodolphe Kreutzer che peraltro non la eseguì mai definendola scandalosamente incomprensibile. Ulteriore prova che la gelosia è meglio metterla da parte.

Quel che è certo è che la Sonata sovverte tutte le regole di allora sulla musica da salotto, avvicinandosi più al concerto per violino e orchestra che a un divertissement su cui potrebbero civettare due presunti amanti.

Ernest Bloch, l’autore scelto per completare il programma con Baal Shem, è stato più spesso rappresentato nella Sinagoga di vicolo Olper a Casale che nelle sale da concerto della città. Il motivo si comprende fin dai primi minuti di ascolto di questo brano del 1923: praticamente una suite fondata su tutti gli stilemi della musica tradizionale ebraica dell’Est Europa e dei Balcani.

Del resto il sottotitolo dell’opera è “tre immagini della vita Hassidica” e prende il nome dal fondatore riconosciuto del movimento hassidico: Rabbi Israel ben Eliezer ( 1700-60) meglio noto come Baal Shem Tov (maestro di un buon nome). Il brano si compone di tre parti: Vidui, Niggun e Simhat torah  (a.a.)

FOTO. Il duo che suonerà venerdì in Filarmonica