In arrivo il business plan per l'impianto di smaltimento di frigoriferi ed elettrodomestici
di Fabrizio Gambolati
Sarà pronto per maggio il business plan per l’impianto di smaltimento frigo. La notizia arriva dal convegno di presentazione del progetto ‘Hidden’, promosso dalla società Lamoro, tenutosi la scorsa settimana in Comune con una numerosa partecipazione di partner internazionali. Anche se i particolari più interessanti, come il costo, non sono ancora noti, la fase di progettazione, concertata tra Lamoro, Wrs e Ibl, ha visto il delinearsi di nuove, interessanti soluzioni.
«E se invece di destinare l’impianto al solo smaltimento dei frigoriferi lo si rendesse adatto per tutti gli elettrodomestici?», si è chiesto il gruppo di lavoro. Secondo i tecnici l’idea renderebbe più facile trovare investitori, che poi è il punto fondamentale per la riuscita del progetto.
A fare il punto della situazione sulla pianificazione è stata Valentina Scioneri, di Lamoro: «Il business plan tiene conto di tempistiche, costi di realizzazione e gestione, analisi di mercato». In particolare, i punti di discussione più importanti in sede di programmazione sono stati il recupero dei gas danno- si per l’ambiente, il guadagno dalla vendita dei materiali che compongono gli elettrodomestici e la ricaduta sociale. L’impianto, infatti, dovrebbe dare lavoro a una cinquantina di persone. Concluso il business plan partirà la sfida più dura: la caccia agli investimenti. «Cercheremo la collaborazione della Regione» ha annunciato il sindaco Giorgio Demezzi, ma il ruolo principale lo giocherà l’Agenzia di Sviluppo, che «dal 15 aprile si rimetterà in moto per attrarre finanziatori privati» ha anticipato l’assessore Nicola Sirchia.
Per le ditte non piemontesi che volessero investire nell’impianto ci saranno allettanti agevolazioni. Luciano Romano, della direzione delle attività produttive della Regione ha parlato degli incentivi: «Potranno goderne le imprese non ancora presenti in Piemonte, quelle che già sono insediate in Regione ma intendono intraprendere un’attività differente, aziende delocalizzate ma che vogliano ritornare. Le medie imprese avranno una copertura delle spese ammissibili dal 10 al 15%, mentre le grandi imprese dal 50 al 65%. La percentuale è legata alla quantità di assunzioni». Ma basteranno gli incentivi e un’eventuale analisi di mercato positiva per convincere possibili finanziatori? Fra i monferrini presenti in sala consigliare abbiamo sentito commenti di questo tenore: «Bisognerebbe che la Regione concedesse 5milioni di euro, altrimenti sarebbe dura coprire i costi. L’idea è ottima, speriamo sia fattibile». Rimanendo in tema di frigoriferi, si è discusso anche della crisi che ha colpito il settore del freddo a Casale.
Franco Bernardi, vicepresidente Confapi e presidente del Consorzio Sostegno alle Imprese, ha proposto un’accurata analisi: «Per il distretto del freddo di Casale, un tempo polo industriale di riferimento nazionale e europeo, la crisi è arrivata oltre 10 anni fa, cosicché le aziende sopravvissute hanno intrapreso un cammino, seppur lento, di ripresa». Ma come reagire? «È necessario fare proprio il concetto de “l’unione fa la forza”. Bisogna sostenere i vantaggi che possono derivare dall’aggregazione, superare gli individualismi per meglio affrontare il mercato globale. Si devono promuovere ricerca e innovazione nelle aziende, e in qualità di Associazione fare da tramite per riuscire a collegare le esigenze delle imprese del distretto con i fornitori di ricerca. Dobbiamo, inoltre, promuovere l’utilizzo di energia alternativa».
I lavori proseguiranno oggi, venerdì, in sala consigliare: i partner del progetto Hidden prenderanno parte al primo Sterring Committee, suddiviso in una serie di working group che toccheranno svariati temi come le buone pratiche e le opportunità di innovazione dei vari territori coinvolti.